Colloqui via Skype – 9 mosse per prepararsi e non sbagliare

Le 9 cose da fare prima di effettuare un colloquio via Skype

Sostenere colloqui via Skype o attraverso altri sistemi simili rappresenta la normalità.  Le nuove tecnologie e la diffusione sempre maggiore delle reti dati con una buona tenuta hanno reso sostenibile un colloquio di un’ora fatto tramite video.

I vantaggi sono immediati, uno per tutti riuscire a fare il colloquio ovunque siamo e non dover prendere ore di permesso, senza avere la certezza del risultato del colloquio.

Ma per fare un colloquio in video bisogna essere preparati sotto alcuni aspetti:

  1. Verificare la nostra attrezzatura tecnologica. Abbiamo la videocamera che funziona? L’audio è buono? Abbiamo degli auricolari a portata di mano?
  2. Verificare il proprio account, soprattutto se non è uno strumento che usiamo quotidianamente per comunicare. Ci sono omonimi? La foto è sufficientemente visibile e permette di farci trovare facilmente?
  3. Trovare una postazione tranquilla, dove non ci siano troppi rumori e dove l’immagine che diamo di noi sia il più professionale possibile. Meglio un muro bianco che la cucina con i piatti da lavare.
  4. Verificare la connessione dati. Se non abbiamo molto campo, cerchiamo un punto dove la connessione sia migliore.
  5. Abbigliamento consono all’occasione. Ricordiamoci che è sempre un colloquio di lavoro: l’abbigliamento per quanto possibile deve essere professionale. Può capitare di doversi alzare per prendere appunti o documenti e non è il massimo farsi trovare vestiti a metà o troppo casual.
  6. Avere vicino un cellulare che funzioni. Se la connessione audio non è buona, potrebbe capitare che si lasci il video per le immagini e che la parte audio venga svolta via telefono.
  7. Avvertire il selezionatore se facciamo il colloquio in luoghi non convenzionali, tipo strada o bar. Non è nulla di drammatico, l’importante è essere chiari fin da subito.
  8. Avere sempre a portata di mano un vostro cv e l’annuncio al quale avete risposto. L’essere a distanza non vi manleva dall’essere preparati.
  9. Fare una chiamata di prova. Videochiamate un amico o un parente per verificare che tutto funzioni bene e che voi abbiate dimestichezza con questi strumenti.

5 errori del capo che fanno scappare i talenti

Il “capo insopportabile” è uno dei motivi che può portare i talenti lontano dall’azienda e un capo – che dovrebbe valorizzare ed estrarre il meglio da ogni dipendente, tanto più dai migliori – dovrebbe anche sempre essere attento a non incappare in uno di questi 5 errori:

Errori di valutazione. Selezionare un talento ed inserirlo in un team è il primo passo per creare un ambiente stimolante e far crescere l’azienda. Accontentarsi di assumere una persona che non sia perfetta per una determinata candidatura significa mettere tutti i lavoratori in una situazione di mancato stimolo e di mancata fiducia nei confronti di chi ha selezionato la risorsa. Quante volte si sente dire che “il pesce puzza dalla testa”? O ancora: “Non è colpa sua ma di chi lo ha messo in quella posizione”? Ecco. Un buon capo crea un team dall’alta professionalità. Se infine vengono distribuite male anche le promozioni, questo può creare gelosie e tensioni controproducenti. Saper valutare chi merita cosa è fondamentale.

Carico di lavoro eccessivo. Parliamoci chiaro. I momenti in cui il lavoro extra cadrà sulle spalle delle persone più talentuose e di quelle più disponibili (che poi sono anche quelle nelle quali un capo ripone la propria personale fiducia) esistono in tutte le aziende ed esisteranno sempre. Ma se l’affidare incarichi extra a queste persone diventa la normalità, magari proprio perché sono le migliori, è bene fermarsi un secondo: diminuire i carichi e, ovviamente, distribuirli tra tutti i membri del team, premiando infine i più meritevoli con una promozione. In caso contrario, l’affidabilità diventerà, agli occhi dei lavoratori, non un pregio ma una trappola.

Stimoli e compiti corretti. Albert Einstein diceva che ognuno è un genio a modo suo. Ma che se si prova a convincere un pesce ad arrampicarsi su un albero, questo si sentirà profondamente inadeguato. La capacità di un buon manager è quella di stimolare le attitudini di ciascun lavoratore, senza mortificarlo e cercando di far fuoriuscire la creatività e il meglio da ognuno. Assegnare compiti a casaccio, o in maniera poco oculata, porterà a mancanza di stimoli, a frustrazione, mentre dare ad ognuno un obiettivo sempre più interessante, secondo le proprie capacità, creerà un’empatia personale e professionale necessaria per la crescita dell’azienda.

Parole parole parole. Quante volte un capo ha promesso una promozione, un permesso, un aumento come corrispettivo di un carico di lavoro importante e, magari, non dovuto? Bene, il capo deve sapere che qualsiasi promessa venga fatta, il dipendente la percepirà come un impegno da onorare mentre, tante volte, per il capo, si tratta solo di parole al vento, dette a seconda delle necessità del momento. Essere una persona di parola farà guadagnare punti, stima e fiducia. In caso contrario, verrà a mancare tutto questo.

Scarsa considerazione. Riconoscere la bontà di una performance lavorativa è fondamentale per permettere alle persone – quindi al team, all’azienda – di crescere e migliorare. Ignorare i risultati di chi lavora è il primo passo verso l’emarginazione dei talenti, verso la loro depressione lavorativa. Allo stesso modo, l’attenzione di un capo deve convergere anche verso il lato più umano. Un capo che comprende le dinamiche extra-lavoro è apprezzato e rispettato e sarà più facile che un talento acconsenta alle sue richieste che, se provengono invece da un capo insensibile, vengono avvertite come una semplice ingiustizia.

4 cose che Pokemon Go può insegnarci sui recruiting

Se nelle ultime 2 settimane avete navigato su internet avete probabilmente sentito parlare di  Pokémon Go.  E’ un gioco che crea dipendenza e che si basa su un meccanismo che ha raggiunto la sua massima popolarità verso la fine degli anni ’90 inizio 2000. E che ora, proprio grazie a Pokémon Go, è tornato alla ribalta in modo prorompente. La realtà interattiva del gioco spinge le persone fuori casa alla ricerca di personaggi immaginari nella nostra vita quotidiana. E’ pura genialità.

Da un giorno all’altro è diventato un fenomeno collettivo, ma quello che affascina di più è il fatto che le persone ne siano diventate dipendenti in pochissimo tempo. E quello che trovo ancor più interessante sono le similitudini tra la app che sta coinvolgendo il mondo e il recruiting.

Recruiting?

Si, recruiting. Ecco alcune cose che Pokémon Go può insegnarci sul modo di assumere:

  1. Le mode arrivano e passano: seguire l’ultima moda in fatto di selezione non è detto che sia la scelta vincente per voi e la vostra azienda. Insieme a metodi poco concreti di assunzione, spesso, arrivano decisioni di assunzione sbagliate.

I cambiamenti possono essere interessanti, ma utilizzare valide, solide e  comprovate tecniche di selezione vi permetterà di non dovervi poi preoccupare delle conseguenze.Trovare il candidato ideale per la vostra azienda deve essere il vostro obiettivo primario. Come ogni altra moda, questo gioco passerà.

  1. Promuovere è importante: non sarebbe una moda se le persone non ne avessero fatto un caso. Non avrei scaricato l’app e iniziato a giocare se non avessi visto quanto gli altri si stessero divertendo. La stessa cosa vale per la vostra azienda: se non siete voi i primi promotori della vostra opportunità di lavoro, perché dovrebbero sceglierla gli altri? I candidati fanno molta attenzione a come viene descritta la società o il business. E sono molto attenti anche ai dipendenti. Perderete delle buone candidature se non diventate voi stessi promotori.
  2. A volte bisogna uscire per trovare quello che cercate: non puoi afferrare un Pikachu senza lasciare il tuo appartamento. Tradotto: devi uscire di casa per incontrare delle persone reali. Ci sono potenziali candidati che non potete raggiungere solo tramite il vostro PC. Qualche volta dovete diventare più creativi e generare network con gli altri per trovare i candidati giusti. Non è detto che riescano a vedervi all’interno dei migliaia di annunci postati ogni giorno. Sopratutto se siete una piccola o media azienda. Ci sono tante aziende che assumono nel mercato globale, quindi dovete trovare un modo per emergere e farvi trovare.
  3. Trovare la persona giusta può richiedere tempo: non accelerate il processo perché siete impazienti. Vi racconto una situazione classica: il lavoro sta aumentando e le pile di cose da fare crescono. E voi dovete ancora assumere qualcuno. Nessuna posizione è cosi importante da farvi accelerare il processo di ricerca, selezione e assunzione. All’interno del sistema, qualche giorno o settimana in più di ricerca non vi costeranno mai quanto l’uscita di una persona selezionata male. Dire alla persona sbagliata “voglio assumerti” può costarvi non poco e per tanto tempo. La pazienza è una virtu della selezione come nei Pokémon.

La prossima volta che andrete a caccia di uno Squirtle o camminerete in un Pokéstop, potreste trovarvi in un’area nella quale incontrare un prossimo collaboratore.

Oppure passare al livello successivo, o meglio ancora vincere.

Una versione originale di questo articolo é apparsa su Jen Teague’s website.

 

Carriera Professionale? Dipendende dalla vostra employability

Come possiamo trovare la rotta giusta in questo mare agitato che è diventato il mondo del lavoro, dove ciascuno di noi ha dovuto, suo malgrado, imparare a navigare?

Per tenere la testa fuori dall’acqua, non bisogna aspettare di essere già sotto la cresta dell’onda per affrontare quella successiva.

Quando tutti gli indicatori tradizionali dei modelli economici incominciano ad indicare il rosso, è arrivato il momento di smettere di ragionare in termini di crisi e iniziare a ragionare sul cambiamento.

Molti cambiamenti profondi hanno già avuto luogo e la vita economica e sociale dei prossimi anni si annuncia estremamente instabile. Un vero e proprio mare in tempesta del mondo del lavoro che rischia di stravolgere tutto ciò che di standard conosciamo: i piani di carriera, la sicurezza, la gerarchia aziendale, la pensione….

Al centro di questo abisso nascerà un nuovo modello di azienda che genererà un mercato del lavoro ricompattato. I primi a capire e ad anticipare questa necessaria e salvatrice “business revolution” saranno i primi ad avvantaggiarsene. In questo nuovo e sfidante contesto bisognerà imparare ad agire quando tutti i segnali della nostra carriera saranno sul verde.

Per imparare a riconoscere il momento buono dobbiamo immaginare la vita professionale come una successione di cicli (esattamente come accade per i prodotti) e quindi imparare a posizionarci sopra queste curve: il segreto sta nell’iniziare una nuova curva prima di essere sulla fase discendente di quella precedente. Proprio come un’azienda che lancia un nuovo prodotto senza aspettare la fine di quello vecchio.

I cambiamenti e le evoluzioni devono intervenire nella fase A e non nella fase Bcome invece siamo abituati a pensare. Mi rendo conto che questo atteggiamento porta inevitabilmente a rimettersi spesso in discussione e so anche che non è mai facile. Rimane però – ne sono convinta – uno dei metodi migliori e più efficaci per garantire lacontinuità del proprio lavoro e l’evoluzione delle proprie competenze che, se sufficientemente avanzati, sono richieste quasi in ogni azienda.

Man mano che il nostro profilo evolve, è necessario ampliare il nostro sapere e abbandonare le attività obsolete.

Bisogna investire su se stessi per proteggere la carriera a lungo termine. Ricordatevi che il merito e le competenze saranno sempre più riconosciuti – e apprezzati – del titolo.

È indispensabile un vero e proprio cambiamento di approccio: nelle aziende tradizionali, ad esempio, veniva detto al dipendente quando era arrivato il momento di riciclarsi. Oggi spetta al singolo lavoratore capire quando – e come – è arrivato il momento di farlo e, soprattutto, di individuare i mezzi e le leve necessarie per valorizzare se stesso e la sua attività.

Questo implica non solo una formazione costante ma anche una buona conoscenza del mercato del lavoro e delle nuove opportunità create dalla tecnologia (i cosiddetti lavori digital).

Conviene allora mettere in piedi una specie di controllo della propriaimpiegabilità: bisogna seguire l’evolversi del proprio settore di appartenenza, capire se il mercato sta crescendo o è in contrazione, valutare le proprie aspettative e autoformarsi in modo costante durante tutta la vita professionale.

Bisogna sviluppare la propria rete di contatti e di attività parallele: l’attività lavorativa da dipendente garantisce la stabilità, ma l’attività di autoformazione contribuisce ad aumentare le possibilità di restare attivi fino all’ultimo, così come le attività di beneficenza aumentano la possibilità di accrescere il proprio networkpersonale anche fuori dal lavoro.

«Il perfezionamento di se stessi è la base fondamentale di tutti i progressi».

Confucius

Fonte: Inspirato da  «  les 7 secrets de ceux qui ne sont jamais au chômage » de Charles-Henri Dumon

La storia di Ryan Graves: ecco perché non bisogna mai accontentarsi

Più o meno fino a 6 anni fa, Ryan Graves detestava il suo lavoro. Oggi, è il responsabile Operation, a livello globale, di Uber ed è miliardario. 

Questa, in sintesi, è la storia che racconta Bill Murphy in un articolo di Inc. Noi possiamo farci ispirare e prenderla come modello per i grandi e piccoli cambiamenti della nostra vita. 

Nel 2008 Ryan Graves lavora, come IT Program Leader, in GE Health Care. Un lavoro che in quel periodo considera ingrato e che non gli permette di far evolvere la sua carriera. Nel 2009 la svolta: decide di cambiare lavoro, nonostante uno stipendio lordo annuo di 109 000 $.

Tenta la fortuna e prova ad entrare in una azienda che aveva sviluppato Foursquare, l’app – una delle sue preferite – che permette ai suoi utilizzatori di indicare dove si trovano attraverso un sistema di geo-localizzazione e suggerire posti da frequentare.

Sfortunatamente non viene assunto. Ma non abbandona l’idea di cambiare e, mentre continua a lavorare per GE, passa tutte le sue serate ed il suo tempo libero a convincere le persone ad utilizzare Foursquare e a caricare le informazioni. 

Ha sempre in testa un unico obiettivo: farsi assumere. Alla fine, riesce a convincere 30 nuovi clienti e ottiene, finalmente, il lavoro. Dovrà aiutare i fondatori di Foursquare a sviluppare e far crescere la società. 

Ha ottenuto il posto dei suoi sogni, ma non si ferma. Anzi. Continua a studiare, si informa e diventa un esperto di social. Interagisce senza sosta con gli utenti di Fousquare, non soltanto attraverso delle semplici connessioni social, ma creando una vera e propria piattaforma di collaborazione e scambio.

Nel 2010, il tweet della fortunaTravis Kalanick, il co-fondatore e Presidente di Uber, tweetta che è alla ricerca di persone per rinforzare il suo team.

Ryan Graves risponde a sua volta con un tweet molto semplice: «un consiglio: scrivetemi a graves.ryan@gmail.com»

Travis Kalanick lo contatta e Ryan Graves viene assunto come primo dipendente non-fondatore. Oggi è membro del comitato direttivo e ha un patrimonio di più di 1 miliardo di dollari.

Quella che vi ho raccontato non è solo una storia di successo, è più che altro un incoraggiamento a superare i nostri limiti, a perseverare sempre, a essere motivati e, soprattutto, a non mollare mai. 

E’ fondamentale avere un progetto professionale ben definito e fissarsi degli obiettivi chiari e concreti di crescita. In questo modo, con il tempo, impareremo ad essere tenaci e più motivati. Con un approccio al lavoro simile focalizzeremo meglio l’evoluzione del nostro percorso e svilupperemo competenze – personali ed umane – che ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi fissati. 

Non dimentichiamo che un approccio proattivo e positivo permette di generare opportunità :)

Source : Inc, Bill Murphy,

Il Sole 24 ORE – Francesca Contardi consiglia la facoltà universitaria

Ecco un’intervista di Alberto Magnani per il Sole 24 ORE all’interno della quale do qualche consiglio utile per scegliere la giusta facoltà universitaria.

Francesca_Contardi_consigli_lavoro_università
Sole 24 ore – Francesca Contardi

16-06-27_Il Sole 24 ORE (Guida Uni)-page-002

 

8 consigli per una vita professionale di successo

Le 8 buone abitudini che vi garantiranno un vita professionale di successo

La maggior parte di noi passa più di 2000 ore in ufficio ogni anno. Questo significa che, ci piaccia o meno, trascorriamo una buona parte della nostra vita al lavoro, se non addirittura la maggior parte.

Se non siamo più soddisfatti di quello che facciamo o stiamo tentando di cercare un nuovo ambiente lavorativo, possiamo mettere in pratica questi otto consigli che ci aiuteranno ad avere il lavoro ideale

1 – Conoscere molto bene gli obiettivi di carriera:

Dovete essere certi di essere chiari con voi stessi sugli obiettivi professionali che volete raggiungere. Dichiarateli a voce alta. Scriveteli in modo chiaro e puntuale e appendeteli in un posto dove sia facile visualizzarli quotidianamente.

2- Gestire il vostro tempo:

Quando lavorate pianificate i vostri tempi. Evitate quello che non è necessario e che impedisce il raggiungimento dei vostri obiettivi. Se siete alla ricerca di un lavoro dovete prendere molto seriamente l’organizzazione dei tempi. Quanto tempo dedicate alla preparazione dei colloqui di lavoro, di persona o telefonici? Quanto tempo realmente dedicate alla ricerca di un lavoro? Pianificare correttamente l’agenda e l’utilizzo del tempo vi stimolerà e vi aiuterà ad essere più produttivi.

3 – Controllate che il vostro profilo “online”:

Cresce sempre di più il numero di selezionatori che utilizza i social per ricercare i propri talenti. Provate anche voi a fare questo esercizio: cercate sui motori di ricerca il vostro nome e verificate che il vostro profilo sia aggiornato e che non escano cose strane. 

4 – Siate flessibili:

I selezionatori cercano sempre talenti che si adattino allo “spirito della casa” . Le persone che accettano facilmente i cambiamenti sono spesso quelle che hanno uno sviluppo professionale più rapido e che salgono più velocemente i gradini della carriera.

5 – Arrivate 30 minuti prima:

Potete arrivare al lavoro giusto in tempo, senza perdere un minuto. Ma eccovi una buona abitudine da adottare: arrivate in ufficio 30 minuti prima per avere il tempo di pianificare i vostri appuntamenti e mettere nell’ordine giusto le attività da fare.Vi renderete rapidamente conto che le vostre giornate saranno più fluide e i vostri colleghi – e i vostri capi – potrebbero apprezzare la vostra organizzazione e capacità di anticipare gli impegni.

6 – Pensate a fare “networking”:

Anche se avete già un buon lavoro, non smettete mai di fare “networking” sia con i vostri colleghi , sia con i vostri amici, sia con le persone che frequentate per motivi professionali. Molte opportunità emergono più velocemente attraverso il passa parola rispetto ai normali canali di ricerca di occupazione. E’ un consiglio spesso ripetuto a tutti i dirigenti che si trovano a fare outplacement, ma che è valido per chiunque! 

7 – Prendete ispirazione dai vostri manager:

Non sbaglierete mai nel cercare il parere/consiglio di qualcuno che ha più esperienza di voi nel vostro settore. Potersi appoggiare – e farsi consigliare – a un manager esperto ha un valore inestimabile. Non si può re-inventare la ruota, ma può essere molto utile scoprire come qualcuno prima di voi ha affrontato situazioni complesse e che soluzioni ha adottato.

8- Non si finisce mai:

Non c’è mai una fine perfetta in una carriera, perché ci sarà sempre uno spazio per migliorare o apprendere qualcosa di nuovo. Una carriera non è una meta, ma un cammino pieno di opportunità professionali. Non smettere mai di imparare è una qualità che permette di aprirsi verso nuovi progetti e arricchire il proprio percorso in modo dinamico. 

Fonte : Inc- Article de Rhett Power : 10 Habits That Will Ensure Career Success

COLLOQUIO LAVORO – Come rispondere alla domanda “Qual è il suo difetto?”

Vi è mai capitato? Siete chiusi in una saletta, l‘incontro con il selezionatore è andato bene e siete abbastanza certi di aver fatto una buona impressione. Ma proprio nel momento in cui siete certi di averlo ammaliato, il selezionatore vi pone a tradimento la seguente domanda: “quale è il suo principale difetto?” .

Vi siete preparati a casa per fornire una risposta accettabile, ma – siamo sinceri – chiunque avrebbe preferito non doverlo fare. Effettivamente è una domanda che viene posta spesso per valutare sia la capacità di reazione del candidato, sia la propria autovalutazione.

Noi selezionatori ascoltiamo quasi sempre le stesse risposte: “sono un perfezionista” oppure “lavoro tanto” o “sono molto testardo“. Io vi consiglio di evitare di dare queste risposte, perché dimostrano che non avete riflettuto molto sulla risposta.

Vi propongo, allora, 4 strategie per rispondere in modo più efficace a questa domanda insidiosa e qualche esempio di ciò che forse è meglio non dire:

  • 1   Parlare di difetti senza collegarli alla posizione per cui vi siete candidati

Io suggerisco di menzionare i difetti che potrebbero avere un impatto minore sulla posizione che andrete a ricoprire. Questo dimostrerà che non siete perfetti, ma soprattutto che questo non andrà ad impattare sul lavoro.

  • 2   Evitare Generalizzazioni

Dovete assolutamente provare ad evitare qualsiasi tipo di generalizzazione. Ad esempio, dire solamente “sono un testardo” non basta, anzi rischia di essere controproducente. E’ preferibile, invece, trovare degli esempi concreti e positivi, in modo che la vostra forza di volontà – e non la vostra testardaggine che può essere negativa – vi ha permesso di superare le difficoltà incontrate o di raggiungere gli obiettivi prefissasti.

Dovete – in altre parole – dimostrare che non è un difetto costante, ma che si presenta solo in determinate situazioni.

  • 3  Ricondurre la conversazione sulle competenze richieste per la posizione.

Potete provare ad eludere la domanda dando una risposta più generica del tipo “tutti abbiamo delle qualità e dei difetti”, salvo poi  iniziare a spiegare quali sono le vostre qualità che meglio si adattano al posto di lavoro proposto.

Se vi mancano delle competenze per la posizione potete utilizzare il suggerimento di Bernard Marr, esperto francese di management, che consiglia di dire: “questa nuova posizione andrà a sviluppare delle nuove competenze come X, che fino ad ora non ho avuto l’opportunità a pieno di mettere a frutto nel mio lavoro. Imparo rapidamente e potrò concentrarmi sullo sviluppo di tutte le competenze richieste”.

Ma fate attenzione: se evitate la domanda il selezionatore potrebbe riproporvela.

  • 4 Parlate di difetti che avete superato o migliorato

Potrebbe essere utile non raccontare i difetti attuali, ma parlare piuttosto della vostra capacità a identificare i vostri difetti e come avete fatto per superarli o per migliorare certi tratti del vostro carattere.

Avete fatto dei corsi di formazione per sviluppare una competenza specifica? Avete cercato consigli di un mentor, di colleghi  o di un manager con maggiore esperienza? Avete semplicemente fatto uno sforzo per cancellare questo difetto? Raccontate al selezionatore cosa avete fatto e che risultati avete raggiunto.

  • 5 Evitate di elencare i seguenti difetti:

Abbiamo già detto dei soliti “sono un perfezionista” o “sono uno/a che lavora tanto” di seguito alcuni difetti che vi consiglio di non dire mai durante un colloquio di lavoro:

«non ho uno spirito di squadra»

« Non accetto facilmente le critiche»

«Di solito non prendo l’iniziativa o  faccio fatica a  lavorare in maniera indipendente»

E voi avete qualche consiglio da aggiungere sulla base della vostra esperienza?

 

Parzialmente inspirato da Business Insider UK, Jacquelyn Smith, 5 mars 2016

Le 10 migliori aziende dove lavorare in USA

Trovare il lavoro da sogno negli Stati Uniti, quello che ti propone contemporaneamente uno stipendio generoso, una opportunità professionale appassionante, e possibilmente una partecipazione ai profitti dell’azienda può essere sfida difficile e alquanto complessa.

Per aiutare gli americani la società PAYSCALE specializzata nella gestione di banche dati e Business Insider hanno classificato le aziende individuate nella  « 2015 Fortune List » in base alla soddisfazione degli impiegati rispetto al loro lavoro, al loro stato di stress, alla possibilità di avere un telelavoro e all’importanza dello stipendio.

Vi presento le prime 10 di questa fantastica lista:

1 – Google

Settore: Internet

Sede dell’Headquarter: Mountain View, California

Stipendio medio annuo: 140.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro : 86%

Google ha detronizzato la numero 1 della precedente lista, Facebook.

Google é mondialmente riconosciuta per i numerosi benefit a disposizione dei suoi dipendenti, dai buffet gratuiti e abbondanti , l’assistenza informatica 24/24 h , massaggi sul posto di lavoro, corsi di fitness …

2 – Bristol – Myers Squibb

Settore : Biopharma

Sede dell’Headquarter: New York

Stipendio medio annuo: 111.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro  : 78 %

3 – Symantec

Settore : Informatica

Sede dell’Headquarter: Mountain View , California

Stipendio medio annuo : 119.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro : 74 %

 4 – Southern CO.

Settore : Energia

Sede dell’Headquarter: Atlanta, Georgia

Stipendio medio annuo: 85.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro  : 88 %

5 – Facebook

Settore : Social

Sede dell’Headquarter: Menlo Park , California

Stipendio medio annuo: 135.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro  : 97%

6 – Johnson & Johnson

Settore: Medicale

Sede dell’Headquarter: New Brunswick, New Jersey

Stipendio medio annuo : 107.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro : 77 %

7 – BIOGEN

Settore: Biotecnologie

Sede dell’Headquarter: Cambridge, Massachusetts

Stipendio medio annuo : 93.400 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro : 70 %

8 – Chevron

Settore : Industria petrolifera

Sede dell’Headquarter : San Ramon, California

Stipendio medio annuo: 122.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro  : 81 %

9 – Microsoft

Settore : Informatica

Sede dell’Headquarter : Redmond, Washington

Stipendio medio annuo : 129.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro  : 70%

10 – Eli Lilly

Settore : Farmaceutica

Sede dell’Headquarter: Indianapolis, Indiana

Stipendio medio annuo : 102.000 $

Tasso di soddisfazione degli impiegati sul posto di lavoro  : 78%

Fonte : Business Insider – The 50 best companies to work for in America.

Da skipper a leader: intervista per “Storie” del TG2

Dalla mia intervista al TG2.

DA SKIPPER A LEADER.
Il passo è stato breve, racconta Francesca Contardi, l’unica italiana nell’elenco delle 100 donne che hanno rivoluzionato il mercato del lavoro. Oggi è docente di gestione delle carriere all’Università LIUC di Castellanza. Francesca Contardi è l’unica italiana a comparire nell’elenco delle 100 donne che nel mondo hanno rivoluzionato il mercato del lavoro. Nata a Napoli, oggi vive a Milano, dove insegna gestione delle carriere all’università. Ha una formazione internazionale e due master, ma la vera scuola –spiega- è stata fare la skipper per gli equipaggi di vela…Il nostro inviato Adriano Conte.